Giuseppe Conte torna nel mirino della critica di Pietro Senaldi. Il direttore di Libero ha firmato un articolo in cui ha voluto porre il premier sotto la lente d’ingrandimento. Lo ha fatto sulla base di due fatti che avranno luogo a breve. Uno è il processo a Salvini per il caso Gregoretti. L’altro è il discorso di Conte dalla basilica di Assisi, la prossima domenica. Il 4 ottobre sarà, infatti, la festa di San Francesco.

Processo Gregoretti: Senaldi parla di responsabilità di Conte

Matteo Salvini, come è noto, deve rispondere di sequestro di persona.

Da Ministro dell’Interno adottava la Politica dei porti chiusi e questo fece sì che i migranti a bordo della nave non ebbero a lungo modo di sbarcare su un molo italiano. Al di là dell’eventuale giudizio sulla possibilità che la mossa configuri eventuale reato, Senaldi sembra convinto di una cosa. Il Ministro dell’Interno di allora non può essere considerato l’unico possibile responsabile. Cita Cassese, Pisapia, Flick e Di Pietro per spiegare il suo punto di vista. “Tanti altri esimi giuristi - scrive - non annoverabili tra i fan dell’ex ministro dell’Interno, hanno detto che chi volesse portare il leader leghista alla sbarra, non dovrebbero mandarcelo da solo, visto che né il consiglio dei ministri né Palazzo Chigi lo hanno fermato”.

"Salvini - ha evidenziato Senaldi - ha tant complici, i ministri Toninelli, Trenta, Di Maio, Tria e un capo, l'allora e attuale presidente del Consiglio".

Senaldi su Conte: 'Il potere dà alla testa'

Sono ormai passati diversi mesi da quando Matteo Salvini, in nome del consenso, chiedeva “pieni poteri” al popolo italiano. Un’espressione che suscitò sdegno in quanti ritenevano si trattasse di un’uscita intrisa di connotati tesi a richiamare totalitarismi.

Uno degli punti critici di Pietro Senaldi nei confronti del premier parte proprio da quella circostanza. Parlando di “pieni poteri” fa però capire che si riferisce a Giuseppe Conte. “Il potere - scrive il direttore di Libero - dà alla testa”. “Sarà per questo - aggiunge - che il premier ha in programma di parlare alla nazione dalla loggia della Basilica di Assisi.

Roba da Papa re”.

Circostanza che lo porta a sottolineare che nemmeno individui etichettati come “pieni di sé” non arrivarono a un’azione di questo tipo. Nel pezzo i riferimenti sono a Silvio Berlusconi e Romano Prodi che hanno ricoperto allo stesso modo la carica di premier.