Le varianti del Coronavirus sono un fattore di rischio per il futuro. Alcuni scienziati sostengono che l'unica soluzione da prendere per evitare il peggio è scegliere un lockdown totale nazionale in Italia. Una scelta che al momento non sembra essere nei piani del governo Draghi. Il dato che pare prendere forma, giorno dopo giorno, è che nelle mire dell'esecutivo non pare esserci una linea di apertura. Quantomeno non a tutti i costi o senza ogni rassicurazione sul presente o sul futuro. La sensazione è che si dovranno stringere i denti, almeno per i prossimi due o tre mesi.
C'è necessità di velocizzare la campagna vaccinale, ma soprattutto di contenere i rischi che potrebbero emergere dalle nuove varianti.
Ipotesi inasprimento zona gialla ma con possibili riaperture
L'esecutivo presieduto da Mario Draghi è appoggiato da una maggioranza eterogenea, in cui non mancano forze politiche che aspirano ad una riapertura. Nei giorni scorsi si è ipotizzato che, ad esempio, si possa rendere più restrittivi i livelli per approdare o restare in zona gialla, consentendo però qualche apertura in più. In questi casi gli esempi classici riguardano una possibile apertura dei ristoranti la sera (entro i limiti del coprifuoco), palestre con rigidi protocolli e unicamente per le attività individuali.
Così come cinema e teatri con ingressi contingentati e affluenza con limiti ben al di sotto del massimo consentito per poter mantenere il distanziamento sociale.
Zone rosse per le varianti: i lockdown mirati
Erano solo ipotesi, la cui concretizzazione è tutta da verificare. Non è purtroppo un'ipotesi il rischio che alcune fastidiose varianti possano raggiungere livelli significativi di diffusione sul territorio nazionale.
La direzione che potrebbe essere presa è quella di mettere in campo dei lockdown locali. Zone rosse circoscritte ad aree dove, grazie a precise indagini, si dovesse venire a conoscenza di focolai imputabili ai ceppi più insidiosi del virus. Anche perché non bisogna dimenticare che la conferma di Roberto Speranza al Ministro della Salute potrebbe presupporre il mantenimento di alcune strategie di contrasto alla diffusione del virus messe in campo dal precedente governo.
Tra queste c'è, per l'appunto, la divisione per colori del Paese.
Lockdown nel weekend
C'è, però, un'altra ipotesi: tra le proposte alle possibili misure di contenimento del virus ci sarebbe un lockdown nazionale da mettere in atto solo nel weekend. Una misura che, di fatto, sarebbe equiparabile a quella vista nel periodo natalizio. In quella fase tutti i festivi e i prefestivi furono caratterizzati dalla possibilità di uscire di casa solo per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità. Si tratta di un orizzonte che permetterebbe di mantenere attivo il Paese e i suoi settori produttivi durante la settimana, andando a limitare la mobilità e le possibili occasioni di convivialità nel fine settimana.
Non è chiaro, però, se la scelta verrebbe messa in campo solo nel momento in cui dovesse esserci constatazione del fatto che la situazione è, per qualche motivo, in via di peggioramento o se avrebbe anche solo natura prudenziale.
il dato certo è che il prossimo 5 marzo scade il Dpcm in vigore e prima di allora dovrà essere chiara la strategia del governo presieduto dal nuovo premier.