Il coprifuoco spacca il governo Draghi. La Lega di Matteo Salvini decide di astenersi sul nuovo decreto Covid che stabilisce il crono-programma delle riaperture dal 26 aprile in poi. La doccia fredda per Palazzo Chigi arriva durante la riunione del Consiglio dei ministri che, nella giornata di mercoledì 21 aprile, precede l’approvazione dell’ultimo decreto sull’emergenza Coronavirus. Tocca a Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico e capo delegazione leghista al governo, che aveva precedentemente garantito il "sì" del Carroccio, dare la brutta notizia che il suo leader non ha alcuna intenzione di votare il provvedimento.

Un testo - come riporta il Corriere della Sera - che lo stesso Salvini aveva definito "di buon senso". A quel punto, come raccontano diverse fonti giornalistiche, Mario Draghi avrebbe commentato in modo “gelido e irritato” la decisione del Carroccio: “Fatto grave che fatico a comprendere”.

Coprifuoco confermato fino alle 22: la Lega non vota il decreto aperture

Sarebbe stato Mario Draghi in persona a imporsi sul mantenimento del coprifuoco alle ore 22 almeno fino al 31 maggio, con possibilità di prorogarlo fino al 31 luglio. Il premier sarebbe stato costretto a esprimersi con decisione contro il desiderio della Lega di posticiparlo almeno di un’ora, a partire dalle 23. Niente da fare dunque per le richieste di Salvini.

E allora, il leader leghista decide di ordinare l’astensione del suo partito sul nuovo decreto, comunicando a Draghi il rifiuto tramite un SMS.

Tensione in Cdm per colpa del coprifuoco

Il Cdm fissato per il 21 aprile sarebbe iniziato con circa un’ora di ritardo proprio perché Draghi avrebbe convocato una pre-riunione con capi delegazione dei partiti che formano la maggioranza: Giancarlo Giorgetti della Lega, Dario Franceschini del Pd, Maria Stella Gelmini di Forza Italia, Roberto Speranza di Leu e Elena Bonetti di Italia Viva (il Corriere non cita il M5S, ndr).

Negli stessi minuti, fuori da Palazzo Chigi, Matteo Salvini continuava a tuonare contro il coprifuoco, idea appoggiata per la verità anche da forzisti e renziani. “Ci sono scienziati - avrebbe dichiarato Draghi - che ci rimproverano di aver aperto troppo e chi invece ci chiede di fare di più. Ma se abbiamo spiegato le riaperture come un rischio ragionato, non possiamo già rimettere tutto in discussione”.

L’annuncio di Giorgetti e la reazione irritata di Draghi

Il tentativo di rappacificazione Politica tentato da Draghi ha però trovato la ferma opposizione della Lega. E così è Giorgetti a prendersi il difficile incarico di smentire di fronte ai suoi colleghi quanto deciso nella precedente cabina di regia: se il coprifuoco resta alle 22 la Lega si sfila dal voto sul decreto aperture. Notizia accolta da Draghi in modo freddo. Il premier avrebbe commentato amareggiato l’accaduto: “Fatto grave che fatico a comprendere”.