Roger Federer non era al meglio, ma gli infortuni fanno parte del gioco e lui non è certamente tipo da ricorrere a scontati alibi dopo una sconfitta. In finale agli Australian Open va Novak Djokovic perché si è dimostrato più forte del grande rivale, non è da tutti ribaltare un set quando si è sotto di tre giochi e quando il tuo avversario va a servire per il punto decisivo, a maggior ragione se l'avversario in questione è 'King Roger'. Federer che, nonostante l'infortunio all'inguine patito nel match dei quarti di finale contro Tennys Sandgren è comunque sceso in campo e almeno per un set ha giocato alla pari con Djokovic.
Merita un grande applauso ed il primo a riconoscerlo è stato lo stesso vincitore al microfono di John McEnroe.
'Roger non era nemmeno vicino al suo 100 %'
Il primo a riconoscere che Federer non era al meglio è lo stesso Djokovic, del resto lo ha affrontato 50 volte in carriera e lo conosce fin troppo bene. "Rispetto Roger per essere sceso in campo - dice Nole - perché era chiaramente infortunato. Non era al meglio, nemmeno vicino al suo 100 %, soprattutto nei movimenti. Ha tutto il mio rispetto per averci provato ed aver messo tutto sé stesso in campo".
"Voglio solo dire che ho grande rispetto per Federer per essere sceso in campo nonostante l'infortunio e aver dato tutto quello che aveva" 🙌
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— Eurosport IT (@Eurosport_IT) January 30, 2020
In merito alla partita ed al primo set che lo ha visto in grande difficoltà, il serbo ha dato la colpa ad una "mancanza di concentrazione, ma poi mi sono rilassato.
Contro Roger devi sempre aspettarti un gran livello di colpi ed il mio stile è diverso, cerco di essere più solido e muoverlo". McEnroe gli fa notare che era la cinquantesima sfida con Federer. "Spero solo di averlo fatto diventare almeno un 20 % migliore come giocatore, rispetto al modo in cui lui mi ha reso migliore. Lui e Rafa Nadal sono i grandi rivali della mia carriera e per arrivare al loro livello ho lavorato tantissimo, fisicamente e mentalmente".
Tra lui e l'ottava vittoria agli Australian Open, adesso, ci sarà un giovane rampante: Dominic Thiem o Sascha Zverev, la finale sarà comunque una sfida generazionale.
Federer, l'unico rimpianto è non essere riuscito a chiudere il primo set
Federer a fine match è deluso, ma ovviamente consapevole che davvero di meglio non si poteva fare.
"Non avevo nulla da perdere in questa partita e credo comunque di essere andato molto bene all'inizio, con alcuni scambi davvero buoni. Sfortunatamente non stato in grado di servire per il set, ad essere sincero sento che avrei dovuto trovare il modo di farlo, ma non sono stato in grado. Complessivamente sono contento di ciò che ho fatto". Roger sottolinea che, nonostante il suo avversario fosse favorito (e le sue condizioni fisiche non buone, lui non lo cita ma non bisogna dimenticarlo, ndr), aveva il dovere di provarci. "Sai che hai una possibilità di vincere uguale al 3 %, ma devi provarci comunque, non si sa mai". Infine, nel corso della conferenza stampa ha salutato con un arrivederci il pubblico australiano che per un atleta che viaggia verso i 39 anni è sempre di ottimo auspicio. "Naturalmente, spero di tornare qui", ha detto ai cronisti in sala stampa.