Nelle ultime ore si è aggiunto un nuovo capitolo a quello che è diventato un vero e proprio caso nel mondo del Ciclismo: l'Uci (la Federazione ciclistica mondiale) ha infatti aperto un'inchiesta antidoping per verificare cosa avesse Remco Evenepoel all'interno della tasca. Oggetto che, subito dopo la caduta sulla Colma di Sormano (durante il Giro di Lombardia dello scorso 15 agosto), è stato prelevato dal direttore sportivo della sua squadra Davide Bramati. La Federazione ha fatto richiesta formale al Cadf, organo ciclistico che si occupa proprio di antidoping.
Negli scorsi giorni il ds aveva affermato che si trattava di barrette energetiche, mentre diverse testate parlavano di un modem.
Inchiesta antidoping, i dubbi dell'Uci
A spiegare la scelta dell'Uci è il suo stesso presidente David Lappartient, che ha deciso di aprire l'indagine proprio partendo dalle immagini televisive che riprendono il momento esatto in cui Bramati preleva dalla tasca del proprio corridore la scatoletta bianca per poi mettersela nella propria. Ma a gettare ancora più dubbi, a detta dello stesso Lappartient, sono state alcune dichiarazioni dello stesso Bramati. Il direttore sportivo della Deceuninck Quick Step, infatti, ha dichiarato di aver compreso immediatamente che Evenepeol fosse caduto a causa del fatto che non si ricevevano più i suoi dati online.
"Di quali dati stiamo parlando?", si è chiesto il presidente della Federazione, tenendo in considerazione l'ipotesi secondo la quale l'oggetto prelevato fosse davvero un piccolo modem 4G usato per migliorare la comunicazione tra corridore e ammiraglia. Oggetto non permesso dai regolamenti Uci. Sarà dunque proprio questo il focus principale di tutta l'inchiesta: comprendere la natura dell'oggetto e la motivazione del suo utilizzo.
La Deceuninck Quick Step si difende: 'Bottiglietta contenente prodotti nutrizionali'
Nella mattinata di oggi, sabato 29 agosto, la Deceuninck Quick Step (ovvero il team di Bramati ed Evenepoel) ha emanato un comunicato in cui spiega la propria versione dei fatti. Secondo il team, infatti, l'oggetto al centro dell'inchiesta sarebbe una bottiglietta contenente dei prodotti nutrizionali che Bramati ha tolto dalla tasca del proprio corridore per facilitare il suo posizionamento sulla barella.
Tale versione, come ribadito dalla squadra, è stata anche comunicata al Cadf (organo ciclistico che si occupa di antidoping). Nel comunicato è stata anche data la disponibilità a collaborare, laddove richiesto. Il team ha poi parlato di "speculazioni" in merito all'incidente, affermando di aver utilizzato informazioni online solo attraverso il dispositivo Velon, "installato sulle bici in collaborazione con l'organizzazione della gara". Spetterà ora alla Federazione indagare per verificare come si è davvero svolta la vicenda.