Tadej Pogacar, corridore sloveno 22 enne della Uae Team Emirates, è sicuramente uno dei talenti più importanti nel panorama ciclistico mondiale. Il giovane ha esordito nel circuito professionistico nella scorsa stagione, portando a casa ben otto vittorie di tappa e un podio nella Vuelta. In questa stagione, segnata inevitabilmente dalla pandemia da Covid-19, Pogacar ha fatto il vero e proprio salto di qualità riuscendo a vincere la classifica generale del Tour de France davanti al suo connazionale (e amico) Primoz Roglic. Proprio questa vittoria, a causa del sentimento che lo lega al compagno, ha provocato a Pogacar dei "sentimenti contrastanti".
'Al Tour per vincere, ma mi sarebbe piaciuto lo vincesse Roglic'
Durante una intervista al quotidiano spagnolo Marca, Pogacar ha affermato che gli sarebbe piaciuto se Roglic avesse vinto il Tour: "Mi sarebbe piaciuto che Roglic conquistasse il Tour , ma io ero lì per vincere. È solo competizione: ho grande rispetto per questo". Il giovane corridore ha poi parlato del rapporto che lo lega all'amico Primoz: in particolare gli riconosce il merito di aver mostrato al mondo intero che anche un paese piccolo come la Slovenia può essere in grado di vincere i Grandi Giri. Il vincitore dell'ultima edizione del Tour ha poi affermato, nell'intervista, che correre al fianco del suo amico è fonte di "grande esperienza".
Primoz corre per la Jumbo-Visma, e per questo nella Grand Boucle da poco conclusa i due amici erano in realtà in competizione tra loro. Nonostante questo, però, Pogacar ha affermato che l'aver battuto Roglic gli ha fatto emergere dei sentimenti contrastanti, pur ammettendo che, comunque, "questo è lo sport".
'Nel tratto finale dell'ultima crono non sentivo quello che mi dicevano dalla macchina'
Tadej, nell'intervista, ha poi svelato alcuni particolari interessanti riguardanti la cronometro di La Planche des Belles Filles, penultima tappa (decisiva per la classifica generale) del Tour. In questa occasione, infatti, la gente presente a bordo strada nel tratto finale della tappa faceva "un sacco di rumore", impedendo a Pogacar di sentire ciò che gli dicevano via radio dalla macchina: "Sono così arrivato alla conclusione senza ricevere alcuna informazione".
Nonostante questo inconveniente, comunque, alla fine lo sloveno è riuscito comunque a trionfare. Ciò perché in quella giornata, che lo stesso corridore ha definito "buona", Pagacar è stato in grado di dare tutto ciò che aveva. Infine, il giovane talento ha anche parlato di quanto la sua vita non sia poi tanto cambiata nonostante la vittoria della Grand Boucle: il 22 enne ha infatti ammesso che l'unico cambiamento riguarda la maggior "esposizione mediatica", che sostanzialmente la sua vita è rimasta la stessa di sempre.