Prendendo le mosse dall’arcinota sentenza n. 113/2015 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 46, 6° comma del codice della strada, nella parte in cui non prevedeva che gli autovelox piazzati sulle strade fossero sottoposti a verifiche periodiche di affidabilità, l’Ufficio del Giudice di Pace di Mondovì (CN) segue, da qualche tempo, un orientamento giurisprudenziale, particolarmente “garantista” nei confronti degli automobilisti multati per eccesso di velocità sull’autostrada Torino-Savona rilevato dai noti varchi elettronici, che è recentemente balzato agli onori della cronaca.
Oltre agli autovelox – affermano, in sostanza, i giudici monregalesi – anche i tutor vanno sempre verificati, posto che entrambi gli strumenti di misurazione elettronica di velocità funzionano in modo automatico. Quando la Prefettura di Cuneo non dimostra la loro taratura, producendo in giudizio i relativi atti di certificazione, le multe inflitte agli automobilisti devono essere annullate. Essendo questo un argomento giuridico abbastanza solido, l’esempio dell’Ufficio dei Giudici di Pace “ammazza-multe” di Mondovì potrebbe essere seguito anche da altri uffici giudiziari.
Attenzione però prima di fare ricorso
Non si illudano tuttavia gli automobilisti più indisciplinati di poter, d’ora in avanti, sfrecciare su qualsiasi tratto autostradale della penisola come se fossero sul circuito di Indianapolis, e di farla sempre franca.
L’orientamento dei Giudici di Pace di Mondovì, infatti, “non boccia” i tutor in quanto tali, per quanto della loro legittimità potrebbe persino dubitarsi (in considerazione del fatto che, misurando solo la media tra la velocità di entrata e quella di uscita del tratto autostradale sottoposto al controllo non garantiscono il rispetto dei limiti della velocità di punta e, conseguentemente, la loro sicurezza).
No, molto più semplicemente, i giudici monregalesi oggi, e quelli di altri uffici giudiziari che domani ne volessero seguire l’esempio, si limitano a richiedere alla Pubblica Amministrazione di eseguire quei controlli periodici richiesti, prima ancora dell’intervento della Corte Costituzionale di cui sopra, dallo stesso Ministero delle Infrastrutture nel 2005 a integrazione del decreto ministeriale del 29 ottobre 1997. Qualora la Pubblica amministrazione dimostri di essere “in regola”, le multe sono legittime.