Dall'inizio del nuovo anno scolastico, centinaia di bambini stranieri non possono pranzare presso le mense delle scuole materne ed elementari di Lodi e neppure utilizzare lo scuolabus. La nuova delibera firmata dal sindaco leghista Sara Casanova, infatti, ha imposto alle famiglie straniere di presentare un documento prodotto dal Paese d’origine attestante l’assenza di proprietà e di beni. Ottenere tale certificazione, però, è tutt'altro che semplice e molto dispendioso, così, i più hanno rinunciato. La vicenda è stata resa nota da diversi quotidiani locali e dalla trasmissione di La7, PiazzaPulita.
Il nuovo regolamento
Nell'estate 2017, la neo sindaca Sara Casanova (Lega Nord) firmò una delibera che andava a modificare le regole per beneficiare, a tariffe agevolate. della mensa scolastica e dello scuolabus. Fino all'anno scorso infatti, i benefici venivano assicurati in base all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (il cosiddetto ISEE): un indice che tiene conto dei beni immobili e mobili e serve a stabilire la ricchezza di una famiglia.
Con il nuovo anno, però, si è stabilito, l'obbligo, per i genitori nati fuori dall’Unione Europea di presentare un'ulteriore certificazione attestante, in pratica, la loro nullatenenza nel Paese di origine. Ottenere la documentazione necessaria è complicato (in alcuni casi anche impossibile) ed estremamente costoso; in molti, quindi, non ci hanno neppure provato.
Chi, invece, ha "tentato l'impresa" si è visto respingere la domanda in quanto i criteri stabiliti sono restringenti.
Come riportato da un reportage del Fatto Quotidiano, pare che alla data del 7 settembre, su 132 domande, 129 sono state rifiutate. Così, al momento, circa 300 bambini saltano la mensa e vanno a Scuola a piedi (percorrendo anche diversi km) perché i loro genitori non riescono più a far fronte alle spese per i servizi scolastici.
L’anno scorso, infatti, la mensa costava 2 euro, mentre oggi ne costa 5; le spese per il pulmino ammontavano a 90 euro trimestrali, mentre oggi arrivano a 210.
'Se c'è discriminazione c'è razzismo'
Sebbene in Comune assicurino che la norma è anti furbetti, la situazione, come era prevedibile, ha generato una serie di episodi spiacevoli: i bambini, infatti, vengono divisi e fatti mangiare in stanze differenti.
E, inevitabilmente, si è alzato un polverone.
"Se c'è discriminazione c'è razzismo" ha tuonato il PD. Secondo Matteo Renzi, quello che sta accadendo a Lodi è "disumano". "Vedere bimbi discriminati alla mensa per ragioni economiche - ha aggiunto - fa male al cuore. La politica basata sull'odio e sulla paura può solo generare mostri".
Della stessa opinione è anche il segretario del PD, Maurizio Martina che ha auspicato l'intervento del ministro Bussetti.