Il bonus per la valutazione del merito sta per entrare nella sua fase 'calda', visto che sono state accreditate alle scuole le somme relative ai fondi da distribuire agli insegnanti 'meritevoli'. Si tratta di uno dei punti fermi ed insindacabili della legge 107, una delle novità della Buona Scuola e proprio per questo tra le più criticate sin da quando la riforma scolastica voluta dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha visto la luce undici mesi fa.

Ultime news scuola, 10 giugno: Miur comunica alle scuole importo fondi bonus merito docenti

I criteri secondo i quali verranno distribuiti i bonus sono quelli scelti dalle scuole ed, in particolare, dai membri del Comitato di Valutazione. Per quanto riguarda l'entità dei fondi assegnati a ciascuna scuola, la somma dipenderà per l'ottanta per cento dal numero degli insegnanti operanti nell'istituto; il restante venti per cento, invece, sarà rapportato a diversi fattori quale il numero medio di alunni per ogni classe, il numero degli studenti disabili o con cittadinanza non italiana; inoltre, il Miur ha tenuto conto della locazione geografica delle diverse scuole (nel caso in cui, per esempio, si trovino in un comune montano).

Sindacati: bonus merito docenti, 'risorse definite dalla stessa legge 107/15 salario accessorio'

Come riportato dal sito specializzato 'Orizzonte Scuola', i criteri per l'attribuzione del bonus docenti sono stati decisi dai vari Comitati di Valutazione dietro parere dei rispettivi collegi dei docenti. Ogni scuola riceverà una somma compresa tra i ventimila e i trentamila euro (in media): ricordiamo che i premi riguarderanno gli insegnanti di ruolo, anche part-time e dell'organico potenziato, compresi i docenti neoassunti con l'ultimo piano straordinario del Miur.

I sindacati parlano di ennesima 'discriminazione' ed ecco perchè si sta valutando l'opportunità di presentare ricorso per disparità di trattamento.

C'è da sottolineare, inoltre, come i sindacati insistano a ribadire quanto contenuto nella stessa legge 107/2015 in merito alla definizione di tali risorse come 'salario accessorio' e, in quanto tale, soggetto ad un passaggio negoziale a livello di istituzione scolastica. Un principio sul quale i sindacati non intendono affatto abdicare e che sarà, probabilmente, oggetto di contenzioso, nei prossimi mesi, nelle aule dei Tribunali.