La quota 100 è un’opzione sperimentale di accesso anticipato alla pensione rivolta a tutti i lavoratori che hanno raggiunto i requisiti di legge tra il primo gennaio del 2019 e il 31 dicembre del 2021. La legge prevede l’iscrizione all’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria), alle gestioni speciali o a un fondo sostitutivo dell’Inps, oltre che alla gestione separata. Il provvedimento è stato approvato con l’ormai noto “decretone” n. 4 del 2019 e convertito definitivamente con la legge n. 26 dello stesso anno.

L’idea alla base del provvedimento consiste nell’offrire ai lavoratori un meccanismo alternativo e meno rigido di accesso alla pensione rispetto agli stringenti requisiti previsti in via ordinaria con la legge Fornero.

Quest’ultima consente infatti l’uscita dal lavoro a partire dai 67 anni di età e con almeno 20 anni di versamenti, oppure in via alternativa con 42 anni e 10 mesi di versamenti (un anno in meno per le donne). La quota 100 consente invece il prepensionamento a partire dai 62 anni di età, purché si siano raggiunti almeno 38 anni di versamenti.

All’interno di questa guida di Blasting News approfondiremo i dettagli riguardanti i versamenti considerati validi per il raggiungimento dell’anzianità contributiva prevista dalla Quota 100, nonché il perimetro di applicazione del meccanismo di flessibilità previdenziale e le finestre di attesa che vincolano l’erogazione del primo assegno.

Pensioni flessibili e quota 100: la maturazione dei requisiti, il calcolo dell’assegno e le finestre di attesa

In questa guida vengono approfonditi tutti i dettagli relativi alla maturazione della pensione anticipata con la quota 100 e alle relative modalità di richiesta e attivazione. A tal proposito, è opportuno tenere presente:

  • i criteri di maturazione della pensione anticipata con questa opzione;
  • l’impatto della misura sul futuro valore dell’assegno previdenziale;
  • le finestre di accesso che regolano l’arrivo del primo emolumento pensionistico;
  • come inviare la richiesta di accesso a quota cento.

Quali sono i criteri di accesso alla pensione secondo le regole della quota 100?

Nella premessa di questa guida abbiamo indicato in via generale i criteri di accesso alla pensione anticipata tramite quota 100.

I destinatari del provvedimento sono indicati all’articolo 14 della norma, la quale indica nella platea potenziale tutti gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della stessa gestite dall’Inps. Rientrano anche i lavoratori iscritti alla gestione separata dell’ente pubblico di previdenza.

Risulta inoltre necessario perfezionare i requisiti anagrafici e contributivi (62 anni di età e un’anzianità di versamenti Inps non inferiore a 38 anni) nel periodo compreso tra il 2019 e il 2021. Per maturare l’anzianità contributiva è possibile anche usufruire del cumulo dei periodi assicurativi presso diverse gestioni previdenziali, purché quest’ultime rientrino tra quelle indicate in precedenza. I periodi di versamenti coincidenti possono essere considerati una sola volta al fine della maturazione dell’anzianità contributiva (è il caso di versamenti verso due o più gestioni nello stesso periodo di tempo, ad esempio perché si sommano redditi da lavoro dipendente e autonomo).

Per fare un esempio pratico, prendiamo un lavoratore che ha lavorato dal 1981 al 1995 (14 anni) come lavoratore dipendente e successivamente dal 1996 al 2019 come autonomo.

In questo ultimo caso, ha quindi contribuito alla gestione separata Inps (24 anni). Questo lavoratore dai 62 anni di età può richiedere la pensione anticipata tramite la quota 100 avendo accumulato complessivamente un’anzianità contributiva di 38 anni ( come somma dei contributi accumulati presso le due diverse gestioni). Ogni gestione interessata provvederà quindi a calcolare il trattamento pensionistico proquota, cioè in base alle proprie regole di calcolo. Dal punto di vista puramente economico, l’assegno sarà la somma di quanto erogato da ogni singola gestione.

Da notare che il vincolo anagrafico non risulta vincolato agli eventuali incrementi per la speranza di vita, pertanto è destinato a restare immutato fino al termine della sperimentazione.

Inoltre, per richiedere l’accesso alla pensione tramite quota 100 i dipendenti dovranno aver cessato il proprio contratto di lavoro.

Come cambia l’importo della pensione quando si sceglie la quota 100

Rispetto all’entità dell’assegno pensionistico erogato tramite la quota 100 bisogna innanzitutto evidenziare che non viene applicato alcun meccanismo di penalizzazione. Il neo pensionato riceverà quindi un assegno determinato dalle regole di calcolo della singola o delle diverse gestioni presso cui sono presenti versamenti previdenziali. Ovviamente, l’importo dell’assegno risulterà più basso rispetto a quello erogato tramite la pensione di vecchiaia.

Questo in virtù della differenza di contributi versati continuando a lavorare fino ai 67 anni di età, oltre che dei coefficienti di conversione in rendita più alti per la parte di calcolo relativa al sistema contributivo puro.

Nella pratica, si percepirà un assegno più basso per un arco temporale mediamente più lungo, secondo un principio di natura attuariale. Al lavoratore spetta quindi la libera scelta di ricorrere alla quota 100 per anticipare la propria uscita dal lavoro, accettando un importo pensionistico più basso di quanto non sarebbe avvenuto con i requisiti ordinari.

La scelta deve essere meditata con attenzione perché la legge istitutiva della quota 100 ha previsto anche la non cumulabilità della pensione tramite quota 100 con ulteriori redditi da lavoro dipendente o autonomo, con l’unica eccezione delle somme derivanti da lavoro occasionale nel limite massimo di 5mila euro lordi annui. Il superamento di tale limite comporta la sospensione del trattamento pensionistico fino al ripristino della situazione precedente.

Il vincolo si applica fino al raggiungimento del requisito anagrafico utile per la pensione di vecchiaia, attualmente fissato a 67 anni di età.

Le finestre di accesso alla quota 100 per i lavoratori del settore pubblico e privato

Con l’approvazione della quota 100 è stato prevista anche l’applicazione di due cosiddette finestre temporali che regolano la decorrenza del trattamento pensionistico, diversificando tra lavoratori del settore pubblico e privato. Nel primo caso, è stata prevista una finestra temporale di attesa di sei mesi dalla maturazione dei requisiti al fine di poter conseguire il pagamento del primo assegno pensionistico. Ad esempio, un lavoratore pubblico iscritto all’Assicurazione Generale Obbligatoria che ha maturato i requisiti di accesso alla pensione con la quota 100 il 29 maggio 2019 potrà ottenere il primo assegno pensionistico a partire dal 30 novembre del 2019.

Nel settore privato la finestra di attesa si riduce invece a tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti. Ad esempio, un lavoratore che ha maturato 62 anni di età e 38 anni di versamenti al 20 maggio del 2019 consegue il primo trattamento pensionistico il primo settembre 2019, trascorsi quindi i tre mesi di tempo previsti dalla legge. Durante la maturazione della finestra è possibile continuare a lavorare, così da percepire un reddito.

Come inviare la domanda di accesso alla pensione tramite la quota 100

Le regole da seguire per la presentazione delle domande di accesso alla pensione tramite la quota 100 sono state indicate all’interno delle circolari Inps numero 10 e 11 del 29 gennaio 2019, oltre che nel messaggio Inps numero 395 pubblicato nella stessa data.

A livello operativo, il lavoratore può procedere in autonomia avendo a disposizione il proprio codice fiscale e il PIN Dispositivo (rilasciato dall’Inps su domanda al fine di entrare nel sito dell’ente). Sarà quindi necessario entrare nella propria area riservata e cliccare sulla dicitura “domanda di pensione anzianità/anticipata quota 100”.

A questo punto sarà necessario compilare i relativi campi e inoltrare quindi la richiesta di pensionamento. In alternativa è possibile presentare la propria domanda anche tramite i patronati o gli altri intermediari, i quali compileranno e invieranno la pratica all’Inps per il lavoratore. Infine, è possibile presentare la domanda di pensionamento anche telefonicamente, usando i servizi del Contact Center Inps disponibili al numero gratuito da telefono fisso 803164, oppure al numero 06.164164 da telefono mobile.

Il servizio è attivo dalle 8:00 alle 20:00 dal lunedì al venerdì, e il sabato dalle 8:00 alle 14:00.

Faq (frequently asked questions) sulla Quota 100

La Quota 100 è conveniente rispetto ad altri meccanismi di pensionamento?

Come anticipato all’interno dell’articolo, dal punto di vista dell’importo erogato la scelta di andare in pensione con la quota 100 non comporta l’applicazione di una reale penalizzazione. Nonostante ciò, bisogna considerare che l’assegno erogato con la pensione di vecchiaia sarebbe risultato più alto grazie alla maggiore contribuzione. A questo bisogna aggiungere che la scelta di non consentire la prosecuzione dell’attività lavorativa di fatto esclude la possibilità di effettuare nuovi versamenti fino all’età di 67 anni.

Quest’ultimo elemento preclude quindi di poter richiedere un supplemento di pensione negli anni successivi. Dal punto di vista anagrafico, il vantaggio risulta infatti evidente, potendo ottenere l’accesso alla pensione in anticipo rispetto ai requisiti previsti in via ordinaria dalla legge.

La scelta del pensionamento tramite quota 100 è reversibile?

Innanzitutto è necessario fare presente che l’avvio della quota 100 non ha comportato l’abrogazione della pensione di vecchiaia e nemmeno di quella anticipata. Il lavoratore potrà quindi scegliere su base volontaria se procedere con il pensionamento tramite questa opzione o se invece attendere la maturazione dei criteri ordinari di uscita dal lavoro.

La scelta di procedere al pensionamento tramite quota 100 resta però irreversibile, pertanto una volta compiuta non sarà possibile per il lavoratore chiedere l’annullamento per procedere con una differente opzione di accesso all’Inps.

È prevista una proroga dell’opzione al termine della sperimentazione?

Sulla quota 100 è in corso un acceso dibattito politico fin dalla sua approvazione. L’opzione di pensionamento è attualmente disponibile in favore di tutti coloro che maturano i requisiti (62 anni di età e 38 anni di versamenti) entro il prossimo 31 dicembre 2021. A partire dal 2022 non sarà quindi più possibile procedere con la richiesta di uscita dal lavoro secondo tali parametri. L’opzione ha per ora escluso l’eventualità di un rinnovo al termine della scadenza, sebbene sia in corso una discussione con la piattaforma sindacale (Cgil, Cisl e Uil) per la creazione di una nuova opzione di flessibilità in grado di calmierare lo scalone che si verrà a creare per coloro che non riusciranno a maturare i requisiti in tempo utile (62 anni di età e almeno 38 anni di versamenti).

Quali tipologie di lavoro possono svolgere dopo aver ottenuto la pensione tramite quota 100?

La legge istitutiva della quota 100 ha previsto la non cumulabilità della pensione e di ulteriori redditi da lavoro, a eccezione delle prestazioni occasionali nel limite dei 5mila euro lordi annui. Per individuare correttamente quest’ultimo si deve fare riferimento all’articolo 2222 del codice civile, che indica la prestazione di un’opera o un servizio senza vincolo di subordinazione e senza alcun coordinamento con il committente. Oltre a ciò, l’attività deve essere svolta in modo del tutto occasionale, quindi senza i requisiti dell’abitualità e della professionalità.

Cosa devo fare nel caso in cui dovessi accettare un’offerta di lavoro stabile dopo aver ottenuto la pensione con la quota 100?

Nel caso in cui si decida di tornare a lavorare in modo stabile dopo aver ottenuto la quota 100 è necessario dare immediata comunicazione all’Inps. L’Inps provvederà quindi a sospendere la pensione (che comunque non verrà revocata) e in caso di ritardi nella comunicazione da parte del neo lavoratore procederà al recupero delle eventuali rate corrisposte in modo indebito, così come previsto dall’articolo 2033 del codice civile.

Mario e Giacomo, le loro storie a confronto

Calcolare quale sia la differenza di assegno tra coloro che scelgono di andare in pensione con la quota 100 e chi invece attende i criteri della legge Fornero appare complesso per via dei particolari meccanismi di calcolo utilizzati dall’Inps, ma si può tentare di fare un esempio partendo da alcune situazioni specifiche.

Mario è laureato in ingegneria ed è un lavoratore con retribuzione lorda di 30mila euro: scegliendo la quota 100 a 62 anni percepirà una pensione lorda di circa 1370 euro. A livello pratico, con questa scelta Mario perderà il 22% dell’assegno abbandonando il lavoro a 62 anni e il 12% andando in pensione a 64 anni.

Giacomo ha lo stesso stipendio lordo di Mario ed ha avuto una carriera lavorativa simile. Rispetto a quest’ultimo, ha scelto però di attendere i 64 anni di età. In questo caso, può beneficiare di una pensione lorda di circa 1540 euro. Infine, Alfredo è un collega di Mario e Giacomo con carriera e retribuzione equivalente. Ha scelto di andare in pensione con l’assegno di vecchiaia. Per questo motivo, percepirà 1760 euro a partire dai 67 anni di età.

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