Il riscatto della laurea è un meccanismo presente nell’ordinamento previdenziale pubblico e privato finalizzato a valorizzare il periodo degli studi universitari dal punto di vista pensionistico, in modo da poter uscire dal lavoro con un anticipo rispetto a quanto non sarebbe avvenuto con i soli anni effettivi di contribuzione. Nella pratica, il riscatto permette a chi ha conseguito un titolo di studio accademico o equiparato di far valere gli anni di studio nel conteggio dell’anzianità relativo alla propria posizione previdenziale.

Al fine di rendere valido il riscatto per la pensione sarà necessario però versare alle casse del proprio ente di previdenza un corrispettivo economico, che andrà a incrementare anche il montante previdenziale finale (garantendo così un aumento del proprio assegno pensionistico).

Di contro, il possibile vantaggio andrà valutato con attenzione visto che il costo dell’operazione risulta spesso ingente.

Oltre a ciò, vi sono alcuni vincoli che limitano le possibilità di riscatto della laurea e che comportano l’esclusione dal provvedimento di legge. All’interno della guida di Blasting News vedremo ad esempio che non è possibile riscattare periodi di studio fuori corso oppure durante i quali si è contemporaneamente lavorato.

Riscatto Laurea ai fini previdenziali: costi, convenienza e informazioni chiave da sapere

All’interno di questa guida verranno forniti tutti i dettagli utili per comprendere come funziona il riscatto della laurea e quanto può costare, nonché per fare una valutazione generale di convenienza.

In particolare, approfondiremo:

  • i requisiti per poter richiedere il riscatto della laurea;
  • i periodi validi per il riscatto della laurea;
  • i costi per riscattare la laurea e le ipotesi di convenienza;
  • le possibili agevolazioni rese disponibili dall’Inps nel nostro ordinamento.

Quali sono i requisiti per chiedere il riscatto della laurea al fine di accedere con anticipo alla pensione?

Iniziamo dai principi di base che regolano l’accesso al riscatto di laurea per i lavoratori che risultano iscritti all’Inps.

Il meccanismo di valorizzazione del percorso di studio universitario è riconosciuto per tutti coloro che hanno una laurea o un diploma dello stesso grado riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione (Miur). Questo significa che non è possibile riscattare periodi di studio parziali se il lavoratore ha deciso di interrompere gli studi senza portare a termine l’intero percorso formativo.

Fatta questa premessa, la legge in vigore permette di riscattare i seguenti percorsi universitari:

  • tutti i diplomi universitari per corsi di studio di una durata non inferiore ai due anni e non superiore ai tre anni;
  • i diplomi di laurea del cosiddetto vecchio ordinamento, pertanto di durata non inferiore ai quattro anni e non superiori ai sei anni;
  • i diplomi di specializzazione post laurea, purché di durata non inferiore ai due anni;
  • i dottorati di ricerca;
  • infine, rientrano tra i titoli riscattabili i diplomi rilasciati da Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale riconosciuti dal Miur, nonché i relativi diplomi accademici di primo e secondo livello, specializzazione o formazione alla ricerca.

Un accenno particolare va fatto riguardo ai periodi di studio effettuati all’estero.

È possibile infatti riscattare anche i percorsi universitari svolti in Paesi stranieri, purché i titoli conseguiti siano riconosciuti nel nostro Paese e abbiamo quindi valore legale sul territorio italiano.

I periodi utilizzabili come validi al fine di valorizzare l’università sul proprio montante previdenziale

Tenendo conto dei vincoli appena evidenziati, il lavoratore può scegliere di riscattare l’intero periodo di studio oppure una sola parte. Questo perché il riscatto può essere calibrato sul periodo effettivamente utile al fine di maturare i requisiti utili per l’accesso alla pensione anticipata secondo una delle opzioni disponibili al momento della richiesta. Vi sono infatti casi nei quali il riscatto dell’intero periodo non comporterebbe ulteriori vantaggi dal punto di vista dell’uscita anticipata dal lavoro, ma solo in relazione all’importo del futuro assegno.

È inoltre importante tenere conto del fatto che i periodi di studio fuori corso non possono essere oggetto di riscatto, così come i periodi nei quali risultano già contributi versati. Questo è il caso, ad esempio, di quegli studenti che hanno svolto lavori part time durante l’università. In questo caso, la lavorazione della domanda di riscatto prevede da parte dell’ente previdenziale il calcolo dei mesi effettivamente non coperti da contribuzione (e quindi riscattabili).

Fatta questa precisazione, è possibile riscattare anche più titoli di studio. Si pensi ad esempio allo studente che ha conseguito un titolo di laurea triennale e successivamente una laurea magistrale.

I costi da sostenere per riscattare la laurea e le ipotesi di convenienza

Uno dei principali quesiti che si pongono i lavoratori che vogliono chiedere il riscatto degli studi universitari riguarda il costo complessivo dell’operazione. L’onere è legato alle norme che disciplinano il sistema di calcolo del futuro assegno, ovvero al fatto che si rientri nel retributivo, nel misto o nel contributivo puro (ovvero i metodi attraverso i quali l’Inps determina l’importo delle Pensioni). I lavoratori che rientrano nel primo caso dovranno seguire un calcolo basato sul meccanismo della riserva matematica. Il costo varierà sulla base di elementi come l’età, il sesso, il periodo da riscattare e le retribuzioni ricevute negli ultimi anni.

Diverso invece il caso del riscatto nel sistema contributivo puro, dove viene applicata l’aliquota contributiva di riferimento al momento della richiesta (ad esempio il 33%) prendendo come riferimento gli ultimi 12 mesi di lavoro alla data di presentazione della domanda di riscatto. In entrambi i casi i contributi versati risultano deducibili dalla dichiarazione dei redditi ed equiparati a un qualsiasi versamento contributivo obbligatorio, pertanto il richiedente potrà beneficiare di un importante vantaggio fiscale per calmierare il costo complessivo dell’operazione.

Una volta presa la decisione di procedere all’accettazione della proposta di riscatto della laurea o degli altri periodi universitari validi indicati in precedenza, si potrà procedere al versamento tramite F24 attraverso un’unica soluzione.

Esiste anche la possibilità di effettuare il pagamento con MAV (il bollettino di pagamento mediante avviso) o addebito diretto in conto corrente con una rateazione massima di 10 anni (corrispondente a 120 rate mensili). In quest’ultimo caso resta comunque possibile procedere con l’estinzione anticipata del debito senza oneri aggiuntivi.

Riscatto della laurea light o agevolato: le altre opzioni disponibili

Nel corso degli anni la legge ha reso disponibili diverse agevolazioni per coloro che desiderano riscattare la laurea mentre vivono specifiche condizioni di disagio, come nel caso degli inoccupati. Questi possono usare il riscatto della laurea per ottenere l’accesso alla pensione. Si pensi, ad esempio, a chi perde il lavoro in età avanzata e avendo esaurito ogni sussidio di disoccupazione può fare ricorso a un riscatto anche parziale degli studi per ottenere l’accesso all’Inps.

Con l’articolo 1 della legge numero 247 del 2007 è stata data la possibilità agli inoccupati di riscattare i titoli universitari pagando un costo forfettario. Il parametro di riferimento in questo caso è il reddito minimo imponibile della gestione artigiani e commercianti, al quale viene applicata l’aliquota dei lavoratori dipendenti. I contributi versati vengono però valorizzati indistintamente secondo il calcolo contributivo puro.

Una seconda agevolazione riguarda invece il riscatto agevolato previsto dal DL numero 4 del 2019, che prevede l’applicazione del calcolo contributivo puro con un’aliquota del 33%, da applicare al reddito minimo della gestione artigiani. Per fare un esempio pratico, nel 2020 il parametro è pari a 15.953 euro, per un costo annuo (al 33%) di 5.264,49 euro.

Il vincolo del calcolo contributivo permette riscatti di periodi anche anteriori al 1996, purché l’intera pensione venga ricalcolata con questo sistema, anche se normalmente si potrebbe beneficiare del metodo misto o retributivo.

Faq (frequently asked questions) sul riscatto della laurea

Il riscatto della laurea conviene davvero?

Non è possibile dare un consiglio generalizzato che risulti valido in ogni situazione. Infatti, per rispondere a questa domanda occorre innanzitutto andare all’Inps o un patronato e partire dall’estratto conto contributivo, che racchiude tutti i versamenti effettuati dal lavoratore nel corso della vita. Con questo documento si può capire qual è l’opzione di accesso alla pensione più vicina e quindi comprendere se il riscatto della laurea possa essere effettivamente di aiuto nell’anticipare l’uscita dal lavoro.

Dal punto di vista economico, la valutazione di convenienza riguarda invece la possibilità di aumentare l’importo della futura pensione, visto che i versamenti effettuati siano deducibili fiscalmente dal proprio reddito.

Come posso avere il conteggio relativo alla domanda di riscatto?

Il richiedente deve presentare la domanda di riscatto dei periodi di studio all’Inps attraverso il servizio online dedicato, usando il proprio codice fiscale ed il PIN dispositivo (il codice di accesso rilasciato dall’Inps per utilizzare il proprio sito). Dalla stessa area (portale pagamenti) è possibile anche stampare gli avvisi di pagamento PagoPA. In alternativa, si può presentare la domanda di riscatto della laurea anche tramite i patronati e gli altri intermediari autorizzati.

Il mancato versamento dell’importo in un’unica soluzione o della prima rata viene considerato come rinuncia alla domanda.

Cosa succede se interrompo i pagamenti delle rate utili al riscatto della laurea?

Fermo restando che è possibile procedere in qualsiasi momento alla chiusura anticipata del debito senza costi aggiuntivi, è accettato un ritardo nei pagamenti non superiore a 30 giorni per un massimo di 5 volte. Qualora si esca da questi termini o si interrompano i versamenti, il processo di riscatto verrà considerato come terminato e l’Inps procederà ad accreditare il periodo corrispondente solo a quanto effettivamente versato. Non è quindi possibile richiedere la restituzione delle rate pregresse già pagate.

Il riscatto della laurea è possibile anche per chi non è iscritto all’Inps o possiede versamenti presso altre casse professionali?

Le regole indicate in questa guida valgono per il riscatto della laurea presso l’Inps. I contribuenti iscritti a diversi enti o ad altre casse di previdenza possono decidere liberamente dove riscattare la laurea, fermo restando che il processo di riconoscimento è possibile una sola volta per ogni titolo. Le casse professionali possiedono regole proprie di riscatto, pertanto per conoscere le condizioni effettive e fare una valutazione di convenienza sarà necessario contattare il proprio ente di riferimento.

Mario e Leonardo, due storie a confronto

Mario risulta assunto dopo il 31 dicembre 1995 e desidera riscattare il proprio percorso di laurea. Per farlo ricadrà nel calcolo del sistema retributivo, mentre la pensione sarà calcolata con il sistema misto, perché risultano versamenti successivi al primo gennaio 1996. Giacomo riscatta invece un periodo di studio che si colloca a cavallo tra le due scadenze (si pensi ad esempio a un titolo universitario quadriennale). Per questo motivo, il relativo calcolo ricadrà nel sistema misto.

Infine, Leonardo ha iniziato a studiare dopo il 31 dicembre 1995. Riscatterà quindi il proprio periodo di studio con il sistema contributivo puro. Come visto all’interno della guida, il riscatto della laurea di Mario, Giacomo e Leonardo avrà un costo differente in base a quando è stato effettuato il primo versamento di contributi all’Inps e quindi al sistema di calcolo che verrà applicato per il riscatto della laurea.

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