Di fronte alle vibranti proteste di molti gruppi parlamentari contro il bombardamento della scorsa notte di una base siriana da parte dell’esercito Usa, il Consiglio dei ministri previsto per questa mattina si è visto quasi costretto ad aprire con una informativa sulla Siria. Spiegazioni che però non sono state sufficientemente esaurienti. A schierarsi contro le bombe di Donald Trump, che ha voluto ‘punire’ il dittatore siriano Bashar Assad per il (presunto) attacco chimico di Idlib, ci sono in prima fila il M5S e Sinistra Italiana. I due schieramenti imputano al presidente americano la colpa di aver fatto ricorso per l’ennesima volta all’uso della forza senza rispettare trattati e accordi internazionali, esautorando di fatto l’Onu.

La denuncia del M5S

“Gli attacchi scanditi nella notte dall'aeronautica Usa contro il territorio siriano - scrivono in una nota congiunta i gruppi grillini di Camera, Senato e Parlamento europeo - rischiano di costituire una chiara violazione del diritto internazionale”. A questo grave vulnus si andrebbe ad aggiungere anche l’ennesima dimostrazione del “reale valore che le potenze del mondo attribuiscono alle Nazioni Unite”. Un valore che viene definito praticamente “nullo”. L’amministrazione repubblicana a stelle e strisce, guidata dal tycoon Trump, ha evidentemente scelto di utilizzare la forza distruttiva delle bombe “ancor prima di incaricare l'Onu di avviare una inchiesta indipendente per accertare i responsabili dell'uso di armi chimiche”.

Ricordiamo, infatti, la posizione ufficiale dell’esercito russo di Vladimir Putin, il quale sostiene che ad esplodere sia stato un arsenale di armi chimiche dei ribelli e non si sia trattato di un deliberato attacco con armi non convenzionali come il gas sarin. Versione che non accontenta i pentastellati, convinti anche che “le bombe, a quanto pare, vengono prima di tutto” e che “la soluzione a una guerra non può essere un’altra guerra”.

Il M5S chiede al governo italiano di rispettare l’articolo 11 della Costituzione e di restare “fuori da questo risiko” simile ai casi Libia, Afghanistan e Iraq.

Le richieste di SI

Non meno dura la posizione espressa da Sinistra Italiana. Giulio Marcon, capogruppo di SI-Possibile a Montecitorio, pretende spiegazioni ufficiali dall’esecutivo.

“Il lancio di 59 missili americani sulla Siria - scrive Marcon - rischia di provocare gravi tensioni e un'escalation internazionale senza peraltro risolvere il nodo della guerra in Medio Oriente e impedire le criminali azioni siriane contro la popolazione civile”. Per il partito del neo segretario Nicola Fratoianni “l’unica strada possibile” è quella dell’intervento dell’Onu “contro ogni avventurismo delle grandi potenze”.