Nella puntata di questo giovedì 9 novembre di "Piazzapulita" su La7 è intervenuto l'onorevole Matteo Richetti del Pd, il quale fra gli altri argomenti si è soffermato anche sui rapporti a sinistra in vista delle prossime elezioni. Vediamo che cosa ha detto.

Richetti: 'Basta battibecchi: ora un centrosinistra da Calenda a Bersani. D'Alema invece non lavora per farlo nascere'

Sulla possibilità per il PD di allearsi con chi sta alla propria sinistra, Matteo Richetti ha detto: "Se smettiamo di battibeccare e mettiamo a fuoco le dieci cose da fare per l'Italia il centrosinistra si costruisce: e lo si fa con Matteo Renzi, Emma Bonino, Carlo Calenda, Giuliano Pisapia, il presidente Grasso e Bersani; ne sono convinto.

D'Alema? Conoscendolo e rispettandolo sono convinto che lui invece stia lavorando per non far nascere il centrosinistra. Mentre conoscendo Bersani ed Errani sono convinto che non siano diventati improvvisamente persone della sinistra antagonista ma invece hanno una cultura di governo, che sarebbe suicida non immaginare come utili alla ricostruzione".

Richetti: 'Programma? Non parliamo delle leggi da distruggere ma di quelle da fare'

Parlando di che cosa può unire sul piano programmatico il PD e il resto della sinistra, Richetti ha detto: "Sono convinto che se invece di discutere se tenere o meno il Jobs Act, e quindi in generale se non parliamo delle leggi da distruggere ma invece di quelle da fare, abbiamo un obiettivo comune.

La nostra legge su lavoro dà tutele nuove ai lavoratori che non ne avevano, una modifica all'articolo 18 e nuovi incentivi a chi assume. Sono convinto che l'obiettivo comune sia quello di creare occupazione, possibilmente buona e stabile.

Ragioniamo di come fare questo?"

'Leadership di Renzi è salda ma non sufficiente per avere i numeri. Sì a Primarie se è condizione per fare coalizione'

Infine sulle conseguenze della nuova legge elettorale e sulla possibilità di arrivare alle Primarie di coalizione, Richetti ha affermato: "La nuova legge elettorale è stata fatta scientemente per creare le alleanze prima del voto e davanti agli elettori.

Visto che molti parlavano di un'alleanza Renzi-Berlusconi dopo le elezioni, noi abbiamo rimesso le cose in chiaro. Se nei collegi vogliamo vincere servono coalizioni forti e con un programma chiaro, altrimenti anche nelle regioni rosse non c'è niente di sicuro e sono in discussione. Non immagino una coalizione con D'Alema, Bersani e punto, ma ho parlato anche di Calenda, Bonino e Pisapia. Questo aiuta il PD a uscire da quell'idea di chiusura, autoreferenzialità e arroccamento che alcuni descrivono e che in parte c'è nell'elettorato. Io vedo la leadership di Matteo Renzi ancora molto salda nel paese: probabilmente in una minoranza del 25% circa. Dico però che non è sufficiente la leadership di Renzi da sola per avere i numeri per governare e anche la coesione politica per farlo".

Prima di concludere: "Io accetterei di buon grado un governo di centrosinistra, il cui candidato Premier lo deciderà quella coalizione. Ricordo che nel 2012 facemmo le primarie per il Premier di Italia Bene Comune in cui vinse Bersani, quando ora invece si chiude una Legislatura in cui hanno fatto il Premier tre uomini del PD ma non quello che aveva vinto le Primarie. Io credo che se si fa la coalizione sarà essa a decidere il candidato Premier e ci si daranno delle regole: noi abbiamo chiesto che sia fatta una proposta per la selezione del candidato. Comunque se fare le Primarie è la condizione per fare la coalizione io dico sì anche alle Primarie".