Silvio Berlusconi è ancora fuori dai palazzi del potere. E lo sarà ancora per un po’ di tempo per effetto della Legge Severino. Nella scorsa legislatura a guidare dall’ interno deputati e senatori azzurri, sono stati due fedelissimi dell’ex presidente del consiglio: per il Senato Paolo Romani, che Berlusconi avrebbe visto bene alla presidenza di Palazzo Madama, mentre per la Camera dei Deputati Renato Brunetta. Entrambi fedelissimi del cavaliere, che probabilmente cederanno il passo tra pochi minuti.

Dalle 15.30 infatti si apriranno i lavori che indicheranno varie cariche parlamentari tra cui capigruppo, vicecapigruppo, vicepresidenze alla camera e i questori.

La novità per Forza Italia, è che ci possa essere una chiara svolta rosa.

I nomi per i capigruppo

Dopo la polemica che ha coinvolto Renato Brunetta, che si è defilato spontaneamente a causa di un tentativo di ammutinamento, non è stato difficile per gli azzurri trovare il nome del loro caposquadra per la Camera dei Deputati. Si tratta di Mariastella Gelmini, già nota per essere stata Ministra dell’Istruzione nel governo Berlusconi IV. La Gelmini avrebbe già l’assenso del suo gruppo parlamentare. Suo vice sarà Roberto Occhiuto, mentre ad un’altra ex Ministra, Mara Carfagna, spetterà la vicepresidenza della Camera.

Situazione un po’ più complessa per quanto riguarda il Senato, dove Berlusconi appoggerebbe Anna Maria Bernini, salita agli onori delle cronache nelle scorse ore per aver ricevuto 54 voti dalla Lega nella corsa alla presidenza del Senato.

La Bernini sarebbe già formata nella carica, avendo svolto il ruolo di presidente vicario nella scorsa legislatura. Resta tuttavia in corsa Paolo Romani che si è dichiarato disponibile nel caso si arrivasse ai voti. Anche per questo motivo, Berlusconi è atteso a Roma per seguire da vicino gli sviluppi della vicenda. La vicepresidenza dovrebbe andare a Gaetano Quagliariello, mentre Lucio Malan continuerà a fare il questore.

In tutto questo susseguirsi di nomi e cariche, si fa ancora il nome di Antonio Tajani come coordinatore unico.

La polemica con i 5 stelle

I gruppi forzisti, oltre alle ovvie problematiche da affrontare in queste ore, sono state inoltre oggetto di attacco da parte dei capigruppo del movimento 5 stelle, che li hanno accusati di non avere il timone dei gruppo. Il motivo sarebbe dato dal fatto che all’elezione di Roberto Fico sono mancati diversi voti, circa 60, che secondo i grillini proverrebbero proprio dalle file forziste.