Alle 10.30 di stamani la delegazione di Forza Italia si è recata dal capo dello stato per le consultazioni di rito. A guidarla il presidente del partito Silvio berlusconi, scortato dalle capogruppo Bernini e Gelmini.

Il colloquio degli azzurri con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è durato circa un’ora.

Si parta dal centrodestra

Questo il pensiero di Berlusconi al termine del colloquio con la massima carica dello stato. L’ex premier, che non ha lasciato spazio ai commenti dei cronisti, ha sottolineato che non si può prescindere da un governo che nasca in seno al centrodestra, guidato da Matteo Salvini, leader della Lega, il partito più votato nella coalizione.

Berlusconi ha rimarcato la necessita di accordi con altre politiche, creando però un sistema che non vada in contrasto con i valori europei. Tira dritto per la sua strada il fondatore di Mediaset, e come era facile aspettarsi, rigetta i vari diktat di Luigi Di Maio dicendo no a populisti e dilettanti.

Di Maio premier senza maggioranza

Continua per la sua strada anche Luigi Di Maio, che rivendica per sé il ruolo di premier in quanto capo politico del partito più votato col 32%, in barba al fatto che invece il 68% non ha votato per lui. Questione di percentuali. Ma anche la conta di senatori e deputati non torna, e per questo Di Maio continua ad appellarsi a Lega e Partito Democratico, al momento senza successo.

Su più fronti ci si auspica che si arrivi a una soluzione, magari a un premier terzo; situazione che allo stato attuale non sembra -almeno a parole- percorribile.

Salvini, da poco uscito anche lui dal colloquio con Mattarella, si augura un governo duraturo e apre a una collaborazione con i 5 stelle, che tuttavia non deve escludere Forza Italia.

Sono solo personalismi

In una lunga intervista al Giornale, viene bollato come personalismo il comportamento tenuto in questi giorni da Di Maio. A dirlo è il noto politologo dell’università di Bologna Gianfranco Pasquino, un passato anche come indipendente del centrosinistra in parlamento.

Pasquino vede il comportamento del leader 5 stelle come fisiologico in questa fase di intrecci politici.

Inoltre, visto il comportamento dell’ex-Cav nei confronti dei pentastellati, un po’ Berlusconi se lo sarebbe andato a cercare.

Il politologo dell'Alma Mater vede l’attuale sistema come un triciclo. Si sta in piedi ma non si va veloci, reputando il sistema della democrazia parlamentare come estremamente flessibile. Alla fine si arriverà alla quadra, anche se si augura che a guidarlo non sia né Salvini né Di Maio, ma un terzo, che al momento magari è un insospettabile, ma che sia un politico che conosca il suo mestiere, non nomi come Cottarelli, Draghi o Renzo Piano.