Matteo Salvini e la Lega Nord non stupiscono più nemmeno i detrattori della coalizione di Centrodestra. I Sondaggi politici elaborati dall'istituto Swg e diffusi nella giornata di ieri dal TG La7 fotografano una realtà che inizia a diventare preoccupante per lo stesso M5S, oltre che per il Partito democratico. Il Carroccio, infatti, da una parte dilata il proprio vantaggio nei confronti dei democratici, fermi sulle percentuali del 4 marzo scorso. Dall'altra, punta pericolosamente al primo posto del Movimento 5 Stelle, che non sembrava essere messo in discussione fino a poche settimane fa.
Che il vento sia cambiato, però, è un numero sempre più grande di addetti ai lavori a pensarlo. Oggi, il voto a luglio o a ottobre fa più paura a M5S e Forza Italia che alla Lega.
La fuga degli elettori da Forza Italia fa bene a Lega e Salvini nei sondaggi politici
Più 7 per cento in 60 giorni, è quanto è riuscito a guadagnare Salvini con la Lega stando alle ultime rilevazioni dei sondaggi SWG. Un dato che proietta la Lega Nord al 24,4 per cento, una nuova percentuale record per il Carroccio, sempre più forte a livello nazionale, come testimoniato dal trionfo in Friuli Venezia Giulia di due domeniche fa e l'importante contribuito offerto alla coalizione di Centrodestra in Molise, dove è stato eletto come governatore il candidato di Lega, FI e Fratelli d'Italia.
Un aumento tanto eclatante può essere spiegato dalla fuga di elettori da Forza Italia. Secondo i recenti dati, il partito di Silvio Berlusconi è crollato del 4,6 per cento, sprofondando dal 14 per cento, conquistato alle scorse Elezioni politiche, fino al 9,4 per cento. Un calo netto, segnale di una strategia - quella seguita dal Cavaliere in queste consultazioni - che trova in disaccordo parte dell'elettorato di FI.
Stabile, invece, Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, che conferma il 4,4 per cento ottenuto su base nazionale il 4 marzo. Complessivamente, i tre partiti della coalizione del Centrodestra valgono a inizio maggio il 38,2 per cento.
M5S e Pd, destini incrociati
Il segno meno caratterizza i primi 60 post voto per il M5S, in flessione dello 0,4 per cento (dal 32,7 al 32,3 per cento) dalle ultime elezioni politiche.
In discussione c'è anche il candidato premier dei grillini Luigi Di Maio, a cui viene contestata la troppa leggerezza nel modificare la propria strategia per andare al governo. Prima l'apertura alla Lega, quindi la chiusura del forno leghista e l'apertura di quello del Pd, salvo poi una nuova retromarcia e la nuova riapertura per Salvini. I democratici del Partito democratico, invece, salgono al 19 per cento, in rialzo dello 0,3 per cento rispetto al 18,7 conquistato il 4 marzo.