Oggi, 20 agosto, nell'aula parlamentare il Premier Giuseppe Conte ha decretato la fine di questo governo. In un lungo intervento ha annunciato le sue dimissioni da Presidente del Consiglio. Quattordici mesi fa, nella stessa aula del Senato si votava per la fiducia e adesso, dopo 445 giorni esatti, il governo della Lega e del Movimento Cinque Stelle ha visto la sua fine. In seguito alla mozione di sfiducia presentata dal partito di Salvini (ritirata dopo il discorso dell'ormai ex premier), Conte ha espresso la sua volontà di interrompere questa esperienza di governo.
Nel lungo discorso che ha iniziato nel primo pomeriggio, il Presidente del Consiglio ha attaccato l'operato di Salvini che ha messo a grave rischio il Paese, che adesso potrebbe anche trovarsi a gestire le spese con l'esercizio provvisorio. Dai banchi della Lega sono arrivati molti fischi di protesta, mentre il Movimento Cinque Stelle ha appoggiato Conte.
Il duro attacco a Salvini è proseguito con le affermazioni di Conte che, rivolgendosi direttamente al leghista, ha espresso il suo dissenso sul modo di fare che ha adottato negli ultimi mesi, rimproverandolo di aver utilizzato le piazze per affrontare una crisi che andava discussa in Parlamento e contravvenendo alle regole della cultura politica.
Il premier ha concluso il suo lungo intervento annunciando le sue dimissioni e con la speranza che il Quirinale non decida per le elezioni anticipate che bloccherebbero l'iter delle riforme.
Le repliche di Salvini e di Renzi, ora si attende Mattarella
Il leader della Lega ha ribattuto tra diverse proteste del Pd che ha interrotto più volte il suo intervento.
Salvini ha chiesto un ritorno alle urne, mentre Matteo Renzi ha insistito sulla possibilità di formare subito un nuovo governo per evitare l'aumento dell'IVA. Il leghista ha replicato sugli aggettivi usati da Conte nei suoi confronti (autoritario, pericoloso, incosciente) e sull'uso del rosario nei comizi. Inoltre ha ribadito che rifarebbe tutto ciò che ha fatto fino a questo momento.
Dopo le dimissioni di Conte, la decisione sulle sorti del governo spetteranno al Presidente della Repubblica. Mattarella avvierà le consultazioni con i Presidenti di Camera e Senato e poi con i gruppi parlamentari: una delle ipotesi è quella della formazione di un governo di scopo per impedire l'aumento dell'IVA e a far proseguire la riforma costituzionale. Questo governo, con un mandato limitato, servirebbe a riportare il Paese al voto dopo il referendum costituzionale, non oltre giugno del 2020. Un'altra soluzione, appoggiata dal PD e i Cinque Stelle, sarebbe quella del governo istituzionale, nato da un accordo politico e con scadenza alla naturale legislatura. Altra ipotesi, abbastanza remota per la verità.
è la "Coalizione Ursula" qualora Forza Italia partecipasse al governo PD- M5S- altri. Un'altra soluzione, appoggiata a gran voce da Salvini e Giorgia Meloni, è quella delle elezioni immediate, sostenuta per adesso anche da Berlusconi. A Mattarella spetta l'ultima parola.